Se la prima parola è lavoro la secondo è pensione?
Il sito della Treccani dice sulla parola Pensione:
Rendita permanente o temporanea che lo stato o gli istituti di previdenza corrispondono ai lavoratori del settore pubblico o privato, oppure ai loro familiari o ad altri aventi diritto, in relazione a un pregresso periodo di servizio o di attività lavorativa…
Ecco perché il lavoro rende liberi, perché dopo un po’ non lo fai più, smetti di lavorare. Lasci quei posti monotoni tristi e cupi, e usi le tue energie per fare altro, per lavorare per te stesso.
Sarà vero?
“Fai della tua passione un lavoro e non lavorai neanche un giorno della tua vita.”
Questa frase Google me la trova in un altro blog legato alla fotografia, che ironia.
Qui non si scherza, o c’è passione, o c’è almeno una rosa rossa, un cuore che pulsa sul lavoro oppure non ci sono motti, non c’è filosofia che tenga, e il morale va sotto terra.
Il lavoro è quella cosa che devo fare, se non vado a lavorare, non ho soldi per mangiare, non mi basta.
La rosa, per giunta rossa, è il fiore della passione, dietro casa c’è un fiorista e l’impulso di comprarla è stata veramente irresistibile, come godere di quell’abbraccio che ho ricevuto sul posto di lavoro di mia mamma. Il posto di lavoro della mia mamma, che oggi, lascia.

Lasciare il posto di lavoro è un traguardo, non riesco a pensare ad altro che alla morte. Il lavoro è la vita, la morte è la fine? Non credo, lasciando il posto di lavoro, sono convinto che mia mamma, che alla fine ha generato tutto me e altri due (pure misteriosamente, pure miracolosamente) possa godere di una vita nuova.
L’altra sera ho ricevuto una notizia, mi hanno detto “va tutto bene”, lo ha detto una dottoressa, quindi ci si può fidare. Il loro lavoro è una passione, altrimenti chi lo farebbe, dai!
La giornata mi ha fatto più pensare ad altro, al solito tram tram, che a questo “va tutto bene”.
Infastidito e con qualche prurito di troppo mi trascino a cena, saluto mia moglie con un bacio, mia figlia con un bacio, l’altra mia figlia con un altro bacio. Fame poca, sul lavoro della giornata non ho dimenticato nulla, prima di arrivare a casa dovevo telefonare a mia moglie che avrebbe agevolato la cena. Mi son dimenticato.
La cena finisce con il mio muso lungo e un hamburger da capogiro, fatto con amore da mia moglie che di lavoro fa la santa. Santa Sandra. Ringrazio anche Esselunga che per la buona carne.
Cerco una spiegazione logica per il mio malumore, i miei geni, la mia perenne distrazione, mi son dimenticato anche del agevolare mia moglie nella preparazione del cibo. Io mangerei per lavoro, è una mia passione. Continuo a cercare la spiegazione del mio malumore, anche questo lo faccio per lavoro: cerco spiegazioni. Che ci crediate o no sono anche uno scienziato.

Arriva Facebook a farmi compagnia, e incappo nella notizia della morte (quella vera) di Bud Spancer (Carlo Pedersoli). Tra le mille citazioni mi colpisce che della vita e dei suoi mali, di cui forse il lavoro, il sistema, le mille regole, screpolano continuamente il morale di chiunque, suggerisce di fottersene. Come? A volte il mondo mi crolla addosso e dovrei fottermene?
Lo so è una provocazione, il morale, l’entusiasmo, il lavoro, le passioni, i dolori non possono essere sconfitti da una rosa, da un sorriso. Ma qualcuno che ti dice di guardare nella direzione giusta ci deve essere? Un dottore che ti dice “va tutto bene” ci deve essere.
Sempre dalle frasi sue più celebri: “Sa, tutto lavoro e niente spasso, il morale scende in basso
(Non c’è due senza quattro)”
E poi un’altra e la chiudo qui “La morte non mi fa paura: da cattolico, provo curiosità, piuttosto Curiosità. Sì, curiosità di sbirciare oltre, come il ragazzino che smonta il giocattolo per vedere come funziona. Naturalmente è una curiosità che non ho alcuna fretta di soddisfare”
Io di lavoro vorrei fare l’uomo curioso che cerca spiegazioni, e farò una grande carriera, perché so anche che c’è una spiegazione per tutto.
Buona vita a tutti
Saluto e mi inchino

www.diegoravenna.it






























