Conosci una ragazza. Continui a pensare a lei. Pensi a lei quando vai al lavoro di lunedì mattina, e passi sotto un cavalcavia. Sembra invece l’entrata di un luna park, di un grande bosco verde.

Tutto questo è autobiografico… quindi non vale. La storia che vedete qua, è di Martino e Chiara, ma anche qui, tutto è diventato diverso quasi un’altra cosa.

E’ un’altra cosa.

L’amore sembra quella cosa strana che ti fa fare gesti per un’altra persona, per esaltare quest’altro universo fuori da te, fino al punto che tutto quello che fa all’altro, serve per te.

Non so se questo basta. Io li ho visti, Chiara e Martino. Li ho visti prima del 22 aprile. Come saranno quel giorno?



Non vedo l’ora di rivederli. Cammineranno, lei verso di lui, ci sarà un silenzio che ascolterà il loro sguardo. Come questi alberi che hanno raccontato oggi questo sguardo. Infatti vedevo tutto anche il loro abbraccio delicato, mostrato con segretezza, come il sole si mostra all’ultima foglia di un ramo d’albero là in fondo. Ho visto il loro sguardo. Lui ha guardato lei, eppure poi lei ha guardato lui. Non esistono le gare di sguardi ma io so chi ha vinto.




Poi ci salutiamo, e Martino mi fa un regalo strano, inatteso, inimmaginato. “Quando era Natale ho regalato a Chiara il tuo servizio per il nostro matrimonio. Ho stampato il primo articolo del tuo blog, che parla della tua fotografia di matrimonio, e l’ho consegnato come un biglietto, ed eccoci qua”. Da quello strano inizio sembra passato tanto tanto tempo… come risponderebbe qualcuno “1/250 + 30 anni” ma no… Conosco fotografi più bravi di me, conosco mariti più bravi di me, conosco uomini che mi hanno insegnato a guardare gli alberi…
































