Volevo dirvi che la vita è bella, ho dedicato questo progetto a tutti noi, a tutte quelle persone che vorranno condividere questo link. Dobbiamo riscoprire una certa unità, e credo che la bellezza vada cercata per bene. Lottando per conquistarla. Credendo in noi e non solo.
Vi racconto come è andata.
Ho visto il video dell’ospedale di Cremona, con il violino sul tetto. Una carezza in questo periodo serve. Un sorriso di occhi è prezioso.
Una sera l’amico e collega imprenditore Luca di Kepos, mi scrive un messaggio con un link. Giusto il tempo per capire di cosa si tratta e me ne innamoro. Mi trovavo ad ascoltare “Dardust – Concerto Primo Maggio 2020” che proprio Luca usa per ispirarsi. Che poi io di musica proprio non conosco nulla, ma credo che la bellezza si imponga sempre un po’ da sola.
Questo video è bellissimo. La mente corre e ci scambiamo altri messaggi. Chiedo a Luca di trovarmi qualche metro quadrato di manto erboso, cerchiamo una persona che suona il violino. Troviamo un posto.
Era solo l’inizio. Siamo arrivati in università grazie al prezioso intervento di Alessandra che suona questo strumento che ti fa vibrare il petto, battere più forte il cuore, brava anche a scrivere mail mirate. Poi arriva Alice che porta con sè uno strumento meraviglioso nel suono e nell’aspetto.
E poi devo sentire i miei ragazzi del video Il buon Cristiano che da casa stende la regia, la povera Greta che deve un po’ tirare le fila di tutto.
Oggi c’era anche il sole fresco e il vento leggero, ma loro non li ho chiamati io.
Vi chiedo scusa se parlo di questo progetto solo attraverso le fotografie. Al video ci penseranno Greta e Cristiano, certamente non solo qualche ora…
Volevo farvi vedere che l’erba cresce sui sassi, se usiamo il manto erboso giusto, quello di Davide. I fili d’erba per crescere hanno bisogno dell’acqua, del sole, Luca e Davide lo sanno bene. E quell’erba, posata sui sassi ha ricevuto unna carezza da un violino e un’arpa.
Abbiamo lavorato tutti regalandoci materiale, tempo, capacità e talenti. Un posto importante come l’Università ci ha ospitato.
Siamo stati un’unità, perchè volevamo mostrare che l’umanità è ancora capace di vivere, avevamo un obiettivo comune. Non so voi ma, io ne avevo bisogno. Questo esperimento, questo gesto, che abbiamo compiuto, è un regalo per tutti, una cosa piccola ma che ci chiama a ritornare in vita, perchè la vita è bella con una misteriosa e variabile stechiometria tra dolore e gioia.
GRAZIE!