Forse una domanda scomoda, ognuno di noi può cercarlo per tutta la vita o solo per un attimo.
Da solo o in compagnia di amici che senza un motivo preciso cominciano a prendersi cura di te. Le cose più belle della vita sono gratuite o costano troppo. E forse ne sono il Suo piccolo grande aiuto.
Ci siamo ritrovati in cima al Castello di Oramala, non per caso, e sicuramente per gratitudine alla famiglia Panigazzi. Da qui ci siamo accorti di quanto siamo piccoli, ma capaci di grandi cose. Tutti abbiamo toccato le ore amare di questo tempo misterioso, abbiamo provato fatiche molto gravi, eppure abbiamo sempre ritenuto che la vita vada vissuta così come arriva e così come cerchiamo di costruirla.
Ore amare come quelle di Federico Barbarossa, assediato e schiacciato da pericoli che forse lui stesso aveva scatenato. Per uscire dalle difficoltà dobbiamo rinascere grazie alla cura per noi stessi usando strumenti affascinanti. Strumenti magici, come quelli di Alice ed Alessandra, capaci di far vibrare il cuore, l’anima e forse tutte le colline che questo castello vede.
Strumenti come quelli di Greta che producono emozioni su una scheda di memoria, trasferiti via web nella notte in Sicilia da Cristiano. Strumenti da ingegnere come il drone di Emilio. Passo dopo passo siamo anche andati in Francia, senza muoverci di casa per ascoltare una poesia nata proprio a Whann suggerita dall’amico Alessandro. Quel suono che sembra una musica divina e invece è solo la voce di Juan.
E poi siamo tornati indietro a cercare di far nascere fili d’erba sui sassi prima in un’università di Pavia poi al castello di Oramala. Grazie a Luca e Davide. E poi ci siamo fermati perché in una foto mi hanno detto di aver visto Dio. Non so come, ma con il cuore pieno di emozioni mi sono fermato, ho tolto la mia armatura mi sono reso conto che guardare, vedere, sentire, ascoltare tutto porta dentro il dono. Da chi abbia ricevuto il dono?
Queste foto sono diventate un video, io guardandole ci sento dentro l’audio, ma se volete essere più sicuri…